Villa Pizzo, che prospetta sul
lago di Como con una lunga serie di terrazzamenti, sembra una logica
prosecuzione di Villa d'Este, ma il suo territorio appare quasi
intagliato nella montagna. Nelle aree più vicine agli edifici
principali, il giardino si sviluppa con geometrici vialetti allungati
fra aiuole, siepi potate in arte topiaria e fontane barocche, sfociando
poi nel celeberrimo e lungo Viale di Cipressi che connota la villa
anche dal lago. Verso Moltrasio, il giardino si fa sempre più ricco e
dotato di specie arboree ad alto fusto, intersecato da un sistema di
vialetti e sentieri minori, ai cui margini vi sono una grotta d'acqua,
vasche, corsi d'acqua e la “Fontana di Alessandro Volta”, inserita tra
le false rovine di un tempietto classico. Realizzato su di un
promontorio chiamato “Pizzo”, il sito fu acquistato nel 1435 da un
ricco mercante di Como, Giovanni Mugiasca, il cui figlio fu in ottimi
rapporti con Galeazzo Maria Sforza Visconti. I Mugiasca stabilirono qui
la loro casa di campagna, divenuta una dimora signorile solo dal 1569.
Nel 1629, durante una pestilenza, si rifugiarono al “Pizzo”, ospitando
alcuni amici invitati a ricambiare il favore con il lavoro manuale,
fatto di scassi, spianamenti e riduzione di terrazze. Nacque così la
struttura dell'attuale giardino, ampliato a fine Settecento dal vescovo
Giambattista Mugiasca. L'Ottocentro vide un importante intervento
dell'architetto Simone Cantoni, ma, estintasi la famiglia Mugiasca, il
complesso fu ceduto nel 1843 all'arciduca Ranieri d'Asburgo, viceré del
Lombardo Veneto, che qui diede sfogo alla sua passione per la botanica.
Nel 1865 il “Pizzo” pervenne alla nobildonna francese Elise Musard,
esponente della Parigi brillante di allora, la quale si dedicò
all'abbellimento di villa e giardino, cedendoli, poi, nel 1873, alla
famiglia Volpi – Bassani.